Noi sappiamo

11.10.2020

Ogni giorno il giornalismo cavalca l'onda della paura e devo confessare che per mesi sono stata anche io in balia di questa paura e non capivo, davvero non capivo, quando sentivo parlare della prossima "fase di convivenza" con il virus. Oggi ci è molto più chiara, ci siamo dentro. E' il momento in cui il virus continua ad esserci anche se molto debole, continua a colpire i soggetti più deboli, i nostri nonni in particolare, e ci vive attorno ogni giorno.
Il virus è debole perché abbiamo affinato le armi, abbiamo imparato come curarlo con efficacia, abbiamo imparato che poche semplici regole ce lo possono tenere lontano e sappiamo che il virus ha già toccato in modo lieve tantissime persone che si sono così  immunizzate e soprattutto abbiamo capito che la vita va avanti. Non starò qui a dirvi quanti allarmi siano stati lanciati per l'aspetto emotivo che questo lungo esilio ha avuto su grandi e piccini, che ha colpito tutti, anche chi non ha mai preso il virus.
Non abbiamo bisogno che ce lo dica qualcuno. Noi sappiamo come stanno i nostri figli, siamo noi che siamo al loro fianco ogni giorno e solo a noi è dato capire fino a che punto questa situazione possa colpirli. 
Questa è la nuova alba, siamo fuori dalla guerra ma camminiamo tra le rovine e quando si cammina sulle rovine ci vuole attenzione, prudenza ed equilibrio.
In questa nuova fase possiamo finalmente riprenderci i nostri spazi seguendo quelle semplici regole che ormai abbiamo imparato. La parola d'ordine oggi è riprendersi quella quotidianità, quella socialità che fa di noi le persone che siamo. Abbiamo imparato a leggere i sorrisi negli occhi, ora impariamo che stare assieme ad un metro di distanza è meglio che vedersi attraverso lo schermo.
Diamo a tutti voi la sicurezza necessaria affinché vi riprendiate la felicità che meritate!